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Lavoro sostenibile: di che cosa si tratta?

Lavoro sostenibile: di che cosa si tratta?
Lavoro sostenibile: di che cosa si tratta?
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Il concetto di sostenibilità - centrale nel dibattito pubblico odierno - può essere a sua volta declinato in diverse sottocategorie, comprendendo tre aspetti: ambientale, economico e sociale. Un'azienda o una realtà sostenibile, quindi, non è solo attenta alla propria impronta ambientale, ma cerca di essere sostenibile economicamente e socialmente - anche all'interno del proprio ambiente di lavoro. Il lavoro sostenibile acquista così importanza.

Il concetto di lavoro sostenibile

Il concetto di lavoro sostenibile è molto ampio e comprende, quindi, diversi aspetti. Uno di questi, riguarda l’ambiente di lavoro e le politiche attuate dalle aziende per tutelare il benessere dei propri dipendenti tramite la creazione di condizioni di lavoro ottimali e possibilità di crescita. Non si tratta, quindi, solo di mere opportunità di carriera, ma di una vera e propria necessità – da parte dell’azienda e dei dipendenti stessi – di integrare queste ultime con politiche volte a promuovere il benessere generale, il work-life balance, il rispetto dei diritti fondamentali e dei singoli individui. 

Si parla spesso della parte di “Environment” degli ESG, e molto meno di quella sociale, anche per quanto riguarda il rapporto tra aziende e dipendenti. Proprio in questo contesto, si concretizza la necessità di mettere in atto misure e compiere investimenti per migliorare questo aspetto del lavoro. Un’azienda può definirsi “sostenibile” non solo perché attenta all’ambiente, ma anche perché mette al centro le persone, il loro benessere, la loro salute e i loro diritti

La ricerca di Randstad Professionals

Randstad Professionals, in collaborazione con l’Alta Scuola di Psicologia di Agostino Gemelli, ha pubblicato la ricerca HR Trends & Salary Survey, con l’obiettivo di esplorare le ultime tendenze all’interno del mondo del lavoro e della gestione dei dipendenti – la cui opinione risulta spesso in contrasto con quella dei propri manager su diversi temi come il benessere al lavoro, l’equilibrio lavoro-vita privata e le opportunità di formazione.

Secondo la ricerca, infatti, anche quando si parla di “lavoro sostenibile”, le priorità e gli elementi per definire questo concetto sembrano diversi: se da un lato i dipendenti valorizzano il work-life balance (24%), dall’altro il mondo delle Risorse Umane mette al primo posto lo sviluppo di professionalità (20%). Per entrambi, poi, emerge l’importanza di un ambiente di lavoro sicuro e salutare, anche se la percentuale è molto più alta nel mondo degli HR (53%). 

I benefici del lavoro sostenibile

Il “lavoro sostenibile” risulta fondamentale perché portatore di diversi benefici, per l’azienda e per il singolo. Un’azienda attenta ai propri lavoratori risulterà, agli occhi del pubblico esterno, un’azienda con una buona reputazione e, di conseguenza, avrà maggiori possibilità di attrarre i migliori talenti. Allo stesso modo, secondo questo modello, gli stessi dipendenti si sentono maggiormente tutelati e protetti, con un conseguente e necessario aumento del proprio senso di well-being e coinvolgimento – e quindi con ripercussioni anche sulla produttività

Il Gruppo Sanpellegrino e il modello FAB Working

Anche il Gruppo Sanpellegrino è in prima linea nel percorso verso la definizione di un ambiente di lavoro che sia il più sostenibile possibile, grazie al coinvolgimento di tutti i dipendenti tramite la formazione, lo sviluppo di competenze e carriera, nonché iniziative in un’ottica di well-being generale e rispetto dei diritti e delle individualità. L’impegno del Gruppo si è concretizzato, negli ultimi anni, attraverso l’implementazione del modello FAB (Flessibile, Adattabile, Bilanciato), di successo sia in termini di performance aziendali, sia per quanto riguarda la soddisfazione e il benessere dei dipendenti. Il modello FAB può essere considerato come la versione avanzata dello smart working: sono infatti gli stessi team di lavoro a decidere il numero di giorni in presenza o da remoto sulla base delle necessità, con una conseguente maggiore autonomia e libertà. 

Adottato in Italia per la prima volta dal Gruppo Nestlé nel 2022 e apprezzato soprattutto dalle donne e dai dipendenti più giovani (dai 20 ai 29 anni circa), il modello sembra avere molteplici benefici – da un miglior work-life balance e una maggiore soddisfazione, arrivando fino a un aumento concreto delle performance in termini sia di efficacia che di efficienza. Lo stesso Nestlé ne ha misurato i vantaggi tramite una survey condotta nel 2022 su tutta la popolazione “White collars”. Secondo Nestlé, grazie a questo modello, “l’ufficio diventa una risorsa complementare al lavoro da remoto, rappresentando la sede ideale per attività di co-progettazione, condivisione, collaborazione, socializzazione e teambuilding”.

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